Le catene da sollevamento sono una delle componenti principali per tutti quei sistemi studiati e sviluppati per la sospensione e il sollevamento di materiali, cose e oggetti dal peso specifico alto. Dai carrelli elevatori, alle piattaforme aeree, dagli ascensori, ai contrappesi per il sollevamento di utensili o per l’apertura di porte di grandi dimensioni, dobbiamo considerare le catene come l’elemento chiave a cui ogni manutentore deve prestare la massima attenzione.

E, non a caso, la normativa in materia di sicurezza sul lavoro prevede provvedimenti specifici proprio su queste componenti, al fine di garantirne l’operatività e il buono stato di conservazione.

Ecco cosa prevedono le norme catene da sollevamento.

Obbligo di ispezione

La normativa ha quantificato un massimo di ore di lavoro continuativo che ogni dispositivo può fare prima di essere revisionato e controllato dal chi si occupa della manutenzione. E sono 250 le ore di lavoro allo scadere delle quali diventa obbligo effettuare un controllo e la lubrificazione delle catene, mentre può scendere a 100 ore di lavoro qualora le catene operino in condizioni di lavoro estremo o in ambienti sporchi e polverosi.

La certificazione

Ancora prima di accertarsi dello stato di usura e di deterioramento delle nostre catene da sospensione, dobbiamo accertarci che i dispositivi che abbiamo scelto siano a norma e che le certificazioni che le accompagnano siano aggiornate alla normativa vigente. In questo caso, la consulenza di un esperto, come quelli che lavorano alla Catene Negri, può fare la differenza tra l’essere a norma e l’utilizzo di materiali obsoleti e pericolosi per l’ambiente di lavoro in cui operiamo.

Controlli accurati

Durante l’ispezione ci sono alcuni dettagli che non possono essere tralasciati. Secondo la normativa, infatti, è necessario che chi ha il compito di effettuare l’ispezione sulle catene da sollevamento non si dimentichi di controllare:

  • la rumorosità, quando sentiamo un rumore eccessivo durante l’operatività della catena. Questo campanello di allarme può essere determinato da una carenza di lubrificante tra le giunzioni della catena stessa e chiede un intervento immediato;
  • la pulizia delle catene, se lavoriamo in ambienti molto polverosi o troppo umidi, tanto da far arrugginire le piastre e i giunti. In questo caso si deve procedere prima che la stesa ruggine scalfisca e corroda il ferro della catena, indebolendola sensibilmente;
  • la rigidità dei perni e delle giunzioni è un altro campanello di allarme molto importante. Se le maglie della catena non scorrono più con fluidità, anche se ben lubrificate, devono essere sostituite poiché una eccessiva rigidità può comprometterne irrimediabilmente il funzionamento;

la lunghezza della catena andrebbe sempre controllata. L’usura e il continuo lavorio, ne possono compromettere la stabilità e quindi determinarne un allungamento eccessivo delle magli e delle giunzioni, con un loro consequenziale indebolimento. Attualmente, in Italia, il limite ammesso è pari ad un allungamento del 3% rispetto alla lunghezza originale. Oltre questa soglia, la catena si può considerare usurata e, quindi, da sostituire.